Garry Kasparov non è solo il più grande scacchista vivente, più dell’attuale campione del mondo Magnus Carlsen, e forse uno dei più grandi di sempre, ma rappresenta anche un modello di pensiero e strategia olistico che esce dalle 64 caselle facendone un giocatore militante, attento ai cambiamenti del mondo che lo circonda.
Kasparov è sempre stato una spina nel fianco per la Russia: nato da padre ebreo che, per evitargli problemi in URSS, gli fece cambiare cognome, si è iscritto al PCUS, ma con posizioni contrastive che gli hanno impedito anche di svolgere la sua attività di scacchista. Inoltre, in quanto azero, nato a Baku, è stato un fiero oppositore delle politiche espansionistiche di Vladimir Putin. Si è candidato alle elezioni politiche come presidente, ha protestato in piazza ed è stato più volte incarcerato come oppositore del regime di Putin. Il libro, presentato dalla casa editrice Marotta & Cafiero, risale al 2012 e raccoglie interventi tratti dal suo blog (kasparov.com) e da diversi quotidiani americani: con lucidità, con passione, smesso l’abito dello scacchista, Kasparov veste quello del politico sorprendendoci per la profondità di riflessione con cui riesce a ripercorrere, senza nessun rancore o punta di personalismo, le tappe dell’ascesa del nuovo zar, ascesa in tutto e per tutto favorita da una inconsapevole e impaurita Europa.
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